SAMSUNG DIGITAL CAMERA
Con la passione che ci lega alla filosofia “Buono, pulito e giusto”, abbiamo messo insieme gli attori per portare a tavola “la pasta di semola di grano duro Senatore Cappelli”.

Cominciamo dall’azienda “La Mandra” di Noci che ha seminato tre ettari di grano Senatore Cappelli bio (salvo buon raccolto giugno 2009).

Il molino artigianale “Masseria Tinelli” di Noci pronto a soddisfare le richieste del pioniere “Pastificio De Carolis” di Monopoli al comando dell’infaticabile sig. Giuseppe Caroli, attento in tutte le fasi di tracciabilità e rintracciabilità, fissando un prezzo base sin dalla semina per garantirsi la materia prima dell’azienda “La Mandra”. Inoltre parte della farina ricavata andrà al “Panificio Angelini” di Martina Franca per produrre dell’ottimo pane e focaccia del suddetto grano.

Noi di Slow Food Alberobello & Valle D’Itria garantiamo questi passaggi con solerzia affinchè il consumatore possa ritrovare e distinguere prelibatezze naturali, introvabili, un motivo in più per testare gusti palatali inesistenti nei giovani.

Samuele Petruzzi

Il frumento “Senatore Cappelli” è un’antica varietà di frumento che ebbe la maggior diffusione in Italia, fino al 1975, quando, attraverso una sua modificazione genetica, venne introdotta la varietà “creso”, che pose a rischio di estinzione la Cappelli. Negli ultimi anni il grano duro Cappelli è stato reintrodotto in alcune zone di poche fortunate regioni italiane, come la Basilicata.

Similmente a tutti i grani antichi, il grano Senatore Cappelli, con la sua altezza (160-180cm) e il suo apparato radicale sviluppato, soffoca le malerbe ed è quindi indispensabile in agricoltura biologica. Allo stesso tempo le spighe di questa varietà sono anche maggiormente soggette all’allettamento, cioè al piegamento e coricamento dovuti all’azione del vento e della pioggia.

Il nome deriva da Raffaele Cappelli, senatore del Regno d’Italia, originario di San Demetrio ne’ Vestini, che negli ultimi anni dell’Ottocento, assieme al fratello Antonio, diede l’avvio all’epoca della trasformazioni agrarie in Puglia.