Slow Food Alberobello e Valle d'Itria

Tanto di…..Cappelli – 30 gennaio 2013

Tanto di…..Cappelli” è la serata di degustazione con pizza e birra prodotte con grano della varietà “Senatore Cappelli” organizzata da Slow Food Alberobello e Valle d’Itria e promossa dalla Comunità del Cibo “Senatore Cappelli.

Mercoledì 30 gennaio 2013 presso la “Pizzeria da Zio Giacomo”

Per info e prenotazioni:

Francesco 338 5056501

Giacomo 080 9673214

 

Slow Food Alberobello e Valle d'Itria

Rieccomi – Luglio 2013

 Rieccomi!

Il cibo e la cucina sono l’humus che rende immortale il passaggio dell’uomo nei territori, alimenta la fiammella della tradizione, diventa memoria storica dei passaggi generazionali e ferma la propria identità! Raccontare della Basilicata quindi non e’ difficile, unica Regione arcaica d’Italia che ancora non e’ riuscita a scoprire la sua vocazione, quella dell’accoglienza e della conservazione per divenire l’unica Regione futuro della memoria.Cosa chiedere alla Basilicata? Quello che di solito si chiede ad un buon cuoco, di essere eccellente. Un cuoco deve essere bravo a compilare il menu, bravo a proporre piatti buoni, puliti, giusti perché da quello che riesce a proporre gli servirà per trarne profitto. Perché il bravo chef si rivolge a un pubblico pagante quindi deve essere bravo a coniugare la passione con i conti, per fare in modo che si ritrovi il cassetto di soldi. Soldi per poter interpretare al meglio i sogni.

Deve essere bravo ad attrarre attenzione verso i suoi piatti e ingolosire l’avventore sconosciuto che vuole provarli ma che non sa se ne vale la pena. Il bravo cuoco deve essere attento a seguire l’evoluzione del gusto, ma non allontanarsi dalla sua tradizione, bravo a capire le stagioni e a carpirne le produzioni, bravo a circondarsi di gente in cucina che esaltino il suo lavoro e non lo mortifichino, bravo a riconoscere i propri errori e a porvi rimedio. Oggi lo chef contemporaneo e’ chiamato a svolgere il suo ruolo in modo intelligente, deve essere in grado nel coniugare sapori, costi, gusti e piacere senza alterare il buonumore anche fisico del cliente, perché in questo tempo più che mai, deve essere chiaro che il cliente non va al ristorante per abbuffarsi ma per stare bene, un pasto non termina con l’ultima pietanza, ma con la digestione. Una pietanza non deve essere solo buona, a volte persino ottima, ma deve tener conto della sempre più pressante richiesta di salute da parte delle persone.

La cucina deve essere un laboratorio di intelligenze, dove nuove capacità devono reinterpretare e salvaguardare memorie e sapori. La capacità di innovare per alleggerire grassi, evitando presenze spesso inutili, togliendo più che inserendo spezie e aromi pesanti, indigeribili, per esaltare sempre di più materie prime, profumi, aromi naturali. L’ospite deve alzarsi contento di avere pranzato o cenato sentendo gli odori oramai ricordo di tempi passati, dove apprezza le combinazioni organolettiche inalterate, le consistenze dei prodotti in modo naturale, cosi da sentirsi felicemente sazio e appagato e non pesante ed annoiato. Deve ricordarsi del pranzo per le sue qualità, non perché pesante e poco digeribile. La tradizione si veste con un abito nuovo, dove dentro al vestito il corpo e’ sempre uguale ma l’estetica e la sua bellezza ne esaltano la diversità.Così è oggi la buona tavola, cosi deve essere la nostra Basilicata.

Al cuoco bravo oggi si chiede una cucina salutistica che si unisca al piacere edonistico del mangiar bene. Come in una sorta di scambio culturale oggi il medico dietologo conosce l’importanza del piacere e dei sapori quindi sa, dopo aver eccesso nel bere e nel mangiare, che non bisogna mettere il paziente in penitenza per farlo star meglio. Anche il ristoratore deve capire e comprendere che non può riempire di pietanze grasse un commensale, cosi come gli eccessi delle portate sono dettate dall’ignoranza dell’alimentazione attuale dove il mangiare “assai” diventa uno status del ristorante.  Come un medico lo chef, il cuoco deve stare attento alla composizione degli alimenti, preferendo l’alimento naturale al cibo industriale composto di glutammati e d esaltatori di sapidità che rendono il piatto pesante e indigesto. Soli cosi si assolve la richiesta di benessere, diventando noi stessi trasmettitori di armonia, coniugazione tra piacere e natura, messaggio che diventa sempre più importante nel rapporto tra la salute e il piacere della gola. Dopo le carestie, le guerre l’uomo ha sempre riempito la pancia all’inverosimile, come ad appagare una sorta di fame atavica, oggi nella società del benessere, basta guardare quanto rifiuti produciamo, non cerchiamo in un piatto abbondanza ma bontà, piacere, sostanza. Oggi più che mai badiamo ad evitare gli estremi, gli eccessi. Cosi come rifiutiamo un piatto stracolmo di ingredienti senza una logica di gusto, preparato solo per sfamare evitando qualsiasi legame alla qualità perché tutto è giocato sulla quantità, rifiutiamo anche il piatto bello a vedersi ma insipido, minimalista e vuoto! Ecco che la dicotomia (La dicotomia è la divisione di un concetto in due categorie distinte e opposte.) Cucina/ Basilicata diventa osmotica (l’osmosi è un processo fisico spontaneo, vale a dire senza apporto esterno di energia, che tende a diluire la soluzione più concentrata, e a ridurre la differenza di concentrazione.)Sapere innovarsi senza cadere nelle trappole del consumismo, saper conservare per essere riferimento di memoria e di saperi, saper trasformare senza cancellare le tradizioni, saper vendere senza riempire, saper proporre cultura per non essere vuoti e privi di significato. Tutto questo significa pensare con intelligenza e mai come in un periodo di profonda crisi economica, serve essere intelligenti.

Essere intelligente non significa avere grosse capacita manageriali, ma fiuto nel cogliere l’attimo, (Orazio docet!) per introdurre ad un nuovo stile di vita, ad un nuovo percorso rigenerativo di tipo cosmico.  La Basilicata come una grande cucina, come il bravo cuoco che si inventa dei piatti che aiutino a far quadrare i conti, magari anche con qualche proposta un po’ ruffiana, che piace a tutti. Per ricordare che i turisti come i clienti, i visitatori come gli avventori, gli indigeni come gli ospiti, non sono dei contenitori da riempire o dei polli da spennare. La salute e il piacere nascono a tavola e camminano a braccetto.Tutto il resto viene dopo.

RICETTE  

Riso ai fagioli tuvagliedda di Sarconi 300 gr di riso carnaroli di Sibari 150 gr fagioli “tuvagliedda” di Sarconi ¼  cipolla bianca50  gr salsiccia fresca 30 gr di pancetta a tocchettiolio extra vergine di oliveuna costola di sedanoun cucchiaio di pecorino un litro di brodo Mettete a bagno la sera prima i fagioli per poterli far intenerire, se sono teneri basta tenerli in acqua fredda qualche ora.In una capiente pentola fate soffriggere la cipolla e il sedano tritato finemente, quindi la salsiccia fresca , la pancetta e a rosolatura aggiungete i fagioli, coprite di acqua e fate cuocere per circa mezz’ora.Aggiungete il riso e allungate con il brodo, quando il tutto è ben cotto cospargete di formaggio, servite con un filo d’olio crudo.

La caramella di verdura. Melanzane a cubetti Peperoni a cubetti Zucchine a cubetti Pomodorini fritti e poi tolta la pellicina passati nello  zucchero di canna Uva sultaninaOlioBasilicosale.avvolgere in carta fata e chiudere a sacchetto.tempo di cottura 12 minuti a forno 180° a piacere una grattugiata di ricotta affumicata

La  minestra imbrogliata Ingredienti :300 gr. di zucca 300 gr di patate 1 cavolo verza 200 gr di fagioli borlotti 2 cipolle 5 pomodori pelati due belle fette di pane casereccio raffermo e sbriciolato un cucchiaio di farina la setaccio sale q.b.olio extra vergine di oliva procedimento lavare e mondare le verdure. Pelare le patate. Cuocere i fagioli In una teglia oleata versare le patate a fette alte facendo uno strato uniforme, livellare, quindi versarvi le zucca a pezzettini, livellare, aggiungere  la verza a fette, livellare, versare i fagioli rossi precedentemente cotti in modo uniforme, un cucchiaio abbondante di olio extra vergine, aggiungere le cipolle tagliate a fette, sempre livellando il composto, quindi i pomodori a pezzetti, aggiustate di sale e riempire di acqua a filo delle verdure. Mettete sul fuoco con un coperchio e fate cuocere senza mai girare il composto, quando l’acqua di cottura si è consumata la cottura è ultimata. Schiacciare il tutto con un mestolo di legno, aggiungere il pane raffermo e sbriciolato e un cucchiaio di farina setacciata. Servire con abbondante filo di olio di oliva.

3° Slow Food Day

 

 

Torre civica, piazza Garibaldi, Cisternino

3° SLOW FOOD DAY

 

“NON SPRECO, DUNQUE CRESCO”

La rivoluzione con il cibo parte combattendo gli sprechi

 

Programma della giornata

Ore 10.00: “veni, vidi, vici! dal rifiuto alla risorsa”

incontro didattico con gli studenti delle scuole medie

 

A cura di Pino Caramia del WWF Puglia e Lella Miccolis della PROGEVA srl

 

Ore 12.30: “ la cucina degli avanzi”

Scarti e avanzi diventano ingredienti di gustose ricette

 

 Menu proposto dallo chef Mario Lorusso dell’Osteria “Taverna della Torre”- Cisternino

 

Ore 16.00: “la natura ti fa bella”

Laboratorio di cosmesi naturale a base di olio d’oliva, di erbe e altre materie prime naturali:

 bellezza e salute a basso impatto economico ed ambientale

 

a cura di Marina Tinelli – Masseria Tinelli, Noci

 

Ore 17.30: “nel carrello col cervello”

Come fare la spesa in modo intelligente per non sprecare denaro e risorse, in pochi utili consigli

 

a cura di Flora Saponari  

Ore 19.00: “il pane del filosofo”

Come fare il pane con la “pasta madre”, perché farsi il pane in casa è una vera filosofia!

Soprattutto se usiamo farine di qualità, biologiche, integrali e a filiera corta

 

a cura di Piero D’Errico

 

Durante il corso della giornata, gli attivisti della Condotta Slow Food Alberobello e Valle d’Itria

saranno a disposizione per dare informazioni sulle tematiche dell’Associazione

 

Anche quest’anno sarà possibile tesserarsi a Slow Food per la prima volta a 25 € ricevendo in omaggio

il libretto “Il nostro spreco quotidiano” – della collana Mangiamoli Giusti

Quando Calliope incontra Demetra – Incontro con Dario Vassallo

 

 

Sabato 4 maggio 2013, ore 18.00

presso il CIRCOLO PIVOT

Castellana Grotte, via Tommaso Pinto, 32

 

Flora Saponari e Piero D’Errico

incontrano

DARIO VASSALLO

su

IL SINDACO PESCATORE

Storia di Angelo Vassallo, un eroe del Sud. Per non dimenticare

 

 

Il 6 settembre del 2010 Angelo Vassallo fu ucciso con 9 colpi di pistola mentre rientrava a casa con la sua automobile. I colpevoli dell’omicidio non sono ancora stati individuati, ma nessuno ha dubbi sulle ragioni che hanno spinto gli assassini a sparare: Angelo Vassallo era il sindaco della legalità, del rispetto dell’ambiente e delle persone. La sua azione politica è stata uno “scandalo” in quella parte d’Italia, la provincia di Salerno, storicamente martoriata dalla malavita e della corruzione. Grazie al suo impegno in poco tempo il Comune di Pollica ha conquistato, fra le altre cose, la Goletta Verde di Legambiente e il riconoscimento di Citta Slow da parte di Slow food. Il sindaco pescatore racconta la storia esemplare di un uomo capace di fare il bene, di pensare per gli altri, di alzare lo sguardo verso quell’orizzonte limpido che aveva imparato a guardare durante le albe al lavoro sul suo peschereccio. Un uomo che era già un eroe prima che qualcuno lo ammazzasse. L’autore, Dario Vassallo, medico, residente a Roma, è il fratello del sindaco ucciso.

 

Si ringrazia per la collaborazione Antonino Piepoli di Libreria Piepoli,

Piazza Garibaldi 30, Castellana Grotte

 

Per informazioni:       

Circolo Pivot, ' 080 4967250;

Libreria Piepoli ' 080.4961488;

Flora Saponari '347.3229858;

Pino Caramia ' 348 3436174.

Una tira l’altra – Distillati di vino e di sidro

 

Giovedì, 16 maggio 2013 – ore 20.30

 

Ristorante “Il Falco Pellegrino” C.da Montedoro – Noci (Ba)

www.ilfalcopellegrino.com

 

“Distillati di vino e di sidro”

Per imparare ad assaggiare con spirito!

 

con Nico Bove relatore Slow Food.

 

 

 

 

Cognac, brandy, armagnac, calvados e apple jack

L'origine delle bevande alcoliche si legge sull'Atlante storico: la via degli arabi alla conquista degli stati europei che si affacciano sul Mar Mediterraneo è la medesima percorsa dall'alambicco, strumento indispensabile per la distillazione. I distillatori della Charante, in Francia, definiscono il cognac "profumo che si assapora" e ne curano da secoli la riuscita, attenti alle regole stabilite dal disciplinare di produzione. In regioni limitrofe si distilla vino per produrre Armagnac, e sidro di mele e pere per il Calvados. In America dal vino di mele si ottiene l'Apple jack.

Una serata per parlare di processo di produzione, etichette e invecchiamenti, assaggiando le migliori produzioni.

 

Master of Food – Riservato ai soci

 

Info e prenotazioni: Franco 335.6231826